Esistono diversi modelli teorici in psicoterapia. Io mi sono formata seguendo l'orientamento psicoanalitico, senza rinunciare ad avere uno stile personale.

I miei percorsi di cura (Attività Clinica), pertanto, si fondano su questo approccio che, in quanto dinamico, coinvolge in maniera continua la formazione del terapeuta stesso. Aderire ad una teoria è indispensabile, ma il vero fattore di crescita è la capacità dell'analista di essere all'unisono con il proprio paziente.

Fondamento della psicoterapia psicoanalitica è l'importanza attribuita al mondo interno del paziente ed alle dinamiche inconsce che si mobilitano nella relazione con il terapeuta. In quest'ottica la sintomatologia che affligge il soggetto rappresenta il punto di partenza, perché in essa è contenuta la verità che il paziente non può rendere cosciente.

Ci si occuperà di sollevare il soggetto da sintomi talvolta invalidanti, attraverso la scoperta/decodifica di ciò che si esprime nella sintomatologia, al fine di trovare una soluzione diversa per il problema che il sintomo segnala e spinge ad affrontare.

L'ostacolo esistenziale che il soggetto avverte, inducendolo a volersi sbarazzare del sintomo quanto prima, ha, in realtà, un significato che deve essere analizzato. Ogni comportamento è, infatti, il risultato di differenti forze in conflitto che assolvono una varietà di funzioni dovendo rispondere sia ai bisogni inconsci che alle richieste della realtà esterna. Come sostiene Bion “bisogna essere capaci di non sapere e di aspettare che un senso si sviluppi”.

La terapia analitica è per tutte queste ragioni un lavoro di cura profondo, un viaggio dentro di sé complicato e complesso, ma anche un dono che la persona fa a se stessa.

Spesso, anche se del tutto inconsapevolmente, chi inizia l’analisi ha delle aspettative quasi magiche e, per questo, potrà non tollerare i tempi del proprio lavoro personale o persino decidere di interromperlo prematuramente.

La terapia potrà dare risultati e grosse soddisfazioni, solo se si passa attraverso momenti di crisi, se si mantengono alte la motivazione e i desideri di cambiamento e se si accetta che tutto questo ha dei costi.

Preliminare all'inizio della terapia è la scelta del terapeuta. Una volta assodate le competenze professionali, attraverso ricerche autonome o il suggerimento di persone di fiducia, bisogna capire se il professionista individuato è quello adatto. Non basta solo trovarlo, ma bisogna sceglierlo! Paziente e terapeuta si scelgono attivamente e reciprocamente.

Sarà infatti il nuovo incontro relazionale il vero motore del lavoro terapeutico.

E se la psicoanalisi non avesse mai luogo se non a condizione di mai sottomettersi ad una teoria o ad una scienza? Se la sua singolarità le venisse dal non poter mai concludere? Ridursi ad un corpo già finito, ad un sapere già costituito, ad una legge già determinata? Dal suo restare “interminabile”? se ogni analisi fosse una elaborazione della pratica e della teoria…? Per cui un modello di analisi non esisterebbe, altrimenti nessuna analisi sarebbe possibile?... ogni corpo vivente, ogni inconscio, ogni economia psichica porta all’analisi il suo ordine. Basta intenderlo. Il che impedisce il costituirsi di un ordine che permette la sua legge. (Luce Irigaray, 1977)

Dr.ssa Loredana Gioia

Psicologa e Psicoterapeuta

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